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Parrocchia di S. Dionigi

Già ne scrisse il can. Meroni nel II vol. dell’opera citata e quindi mi varrò quasi interamente della sua autorevole parola.

L’erezione della chiesa di Carcano risale intorno al milleduecento, e negli atti della Visita Pastorale del 1566 si legge: « Ecclesia antiquis­sime constructa ex ruderibus Castri » ed ancora «rudis sita in culmine ».

In origine aveva a titolare S. Nazaro, come risulta dal catalogo di Gotofredo da Bussero, dal codice del Capitolo del duomo e dagli atti curiali; ma sul finire del cinquecento, dopo la visita di S. Carlo, la si trova come ancor oggi sotto il titolo di S. Dionigi. A tal riguardo è an­zitutto da osservare che anticamente anche l’attuale parrocchia di Casi­glio faceva parte di quella di Carcano, finché il card. Bellarmino Parra­vicini, nativo di quel castello, chiese al pontefice lo smembramento da Carcano e l’erezione della nuova parrocchia.

In tale istanza si faceva osservare come « distrutto da tempo l’antico castello di Carcano, era rimasta la chiesa sola, senza abitazione per il rettore, e che per recarvisi, bisognava passare per un vallo profondo, spesso inondato dalle acque». Pertanto, innalzata e dotata a spese dello stesso cardinale la nuova chiesa di Casiglio, avveniva il distacco da Car­cano nel 1344. Nella bolla ponitificia di concessione si parla di «Tran­slatio Ecclesiae Scti Nazarii».

Alla visita poi di S. Carlo, la parrocchia di Carcano era vacante per la morte del rettore Paolo Frigerio e le condizioni della chiesa e casa parrocchiale erano miserande, come pure quelle della popolazione, onde egli propose la soppressione della parrocchia, unendola a quella d’Alserio, che già ne faceva l’assistenza, con l’obbligo a quest’ultima di man­tenervi la messa festiva.

In pari tempo visitando Casiglio, faceva obbligo a questo parroco di festeggiare ogni anno e gratis la ricorrenza di S. Nazaro. Risulterebbe pertanto da tali disposizioni che S. Carlo, pur sopprimendo la parrocchia di Carcano, rispettoso delle antiche tradizioni, volesse conservare a Ca­siglio, più vitale e più comoda, la memoria dell’antico patrono S. Nazaro.

Da quell’epoca troviamo titolare della chiesa di Carcano San Dio­nigi; come troviamo una breve sospensione della parrocchia. Ma i Car­canesi non si rassegnarono a vederla sparire, e un po’ coi buoni uffici dei prevosti di Incino, Carpano e Sacco, e poi con l’obbligazione delle famiglie, per atto notarile Fontana 1586, di provvedere al conveniente mantenimento del parroco, la provvista di arredi sacri per lire seicento in occasione della visita di mons. Barchio, e, nella visita del Card. Fe­derigo (1612), l’aggiunta di due camere all’angusta abitazione del par­roco e l’assegno allo stesso di un attiguo terreno detto il Bosco, la par­rocchia continuò definitivamente a Carcano.

Gioverà pure ricordare un atto delicato del card. Bellarmino, che, mentre per comodità di servizio ai fedeli di Casiglio li staccava da Car­cano, nel testamento del 1350 non dimenticava la chiesa del suo batte­simo, disponendo una certa somma parchè la si provvedesse di un calice e di un paramento solenne completo.

Non mancava neppure di Legati questa chiesa: l’antico a favore del­la prebenda, un livello del parroco Ottone Pallavicini sopra mulino, orto e prato in Alserio, un legato Conti del 1593, un Bartolini del 1612, un Pellegatta del 1749, un altro, giusta l’antico uso, per distribuzione ai fuochi di due staia di castagne bianche e due di marroni, e un più re­cente legato Pizzi, rimasto insoluto.

La chiesa, in grande deperimento nel 1620, ebbe un po’ di restauro nel 1793 e si ornò di un altare di marmo per lire duemila. Nel 1824 però subì un grave incendio, sì da rendere necessario un rinnovamento, nel quale si spesero più di ottomila lire. In tale incendio andò pure di­strutto l’archivio parrocchiale e lo stesso parroco fu salvato a stento.

Segno qui appresso la serie, naturalmente incompleta e fors’anche non del tutto precisa, dei parroci di Carcano; i due più antichi si fir­mano «Rettore di S. Dionigi in Carcano e dei S.S. Cosma e Damiano in Corogna».

L’ORATORIO DEI SS. COSMA E DAMIANO,

nella frazione di Corogna, è sotto la giurisdizione della parrocchia di Carcano.

chiesa dei santi cosma e damianoIl can. Rotta, nell’opera citata, così Io descrive: «E’ un piccolo Oratorio con soffitta a triangolo, la quale reca invece dell’assito, dei pezzi laterizi a diverso colore bianco e rosso. Sonvi pure tre affreschi di scuola lombarda e qualche antica finestra a feritoia, che ne orna l’interna parete. Tutto il resto colla facciata e i due fianchi fu­rono manomessi e portano l’impronta anche di un recente rinzaffo di calce, inconsultamente applicatovi».

Degno pure di particolare attenzio­ne il suo bel campanile, conservato nella forma originaria.

Concludo queste notizie ecclesiasti­che ricordando una peculiarità molto eccentrica, che si mantenne inalterata per oltre sei secoli: la villa detta «Ca­stellazzo» di Carcano, già proprietà del card. Bellarmino suddetto, per di­sposizione del medesimo costituì un isolato su cui ebbe giurisdizione la Parrocchia di Casiglio fino a pochissimi anni fa.

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