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Martedì 5 settembre 2017

Prima settimana dopo il martirio

Lettura del Vangelo secondo Luca             

In quel tempo. Il Signore Gesù diceva ai discepoli: «Un uomo ricco aveva un amministratore, e questi fu accusato dinanzi a lui di sperperare i suoi averi. Lo chiamò e gli disse: “Che cosa sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perché non potrai più amministrare”. L’amministratore disse tra sé: “Che cosa farò, ora che il mio padrone mi toglie l’amministrazione? Zappare, non ne ho la forza; mendicare, mi vergogno. So io che cosa farò perché, quando sarò stato allontanato dall’amministrazione, ci sia qualcuno che mi accolga in casa sua”. Chiamò uno per uno i debitori del suo padrone e disse al primo: “Tu quanto devi al mio padrone?”. Quello rispose: “Cento barili d’olio”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta, siediti subito e scrivi cinquanta”. Poi disse a un altro: “Tu quanto devi?”. Rispose: “Cento misure di grano”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta e scrivi ottanta”. Il padrone lodò quell’amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza.

Il padrone lodò l’amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza”. Il padrone loda chi l’ha derubato. Questa conclusione sorprendente è il nodo cruciale del racconto che ha il suo punto di svolta in una domanda: e adesso che cosa farò? La soluzione adottata è quella di continuare la truffa, anzi di allargarla, così accade qualcosa che cambia il senso del denaro, ne rovescia il significato. L’amministratore trasforma la ricchezza in strumento di amicizia; regala pane, olio - vita - ai debitori; fa di ciò che ha un ‘sacramento’ di comunione.

© Parrocchia S. VIttore Martire
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